
Che tu sia un ultrarunner o un corridore su strada, c’è una verità che accomuna tutti: prima o poi un infortunio capita.
È quasi inevitabile nel percorso di chi si allena con costanza e porta il proprio corpo oltre i limiti. La buona notizia? Un infortunio non deve per forza significare mesi fermo o perdita di motivazione: gestito nel modo giusto, può diventare un’opportunità per crescere e tornare più forte di prima.
In questo articolo condivido il mio protocollo personale in 3 step, frutto delle esperienze dirette (purtroppo) che ho vissuto negli anni di allenamento e gare di ultra trail.
Step 1: La diagnosi (il più importante, ma spesso sottovalutato)

Il primo passo fondamentale è avere una diagnosi corretta.
Molti runner, me compreso in passato, hanno perso settimane girando fisioterapisti diversi senza avere una risposta chiara.
Perché la diagnosi è cruciale
- Ogni fisioterapista può avere una sua teoria, ma senza immagini mediche è difficile centrare il problema.
- Un dolore al tendine può sembrare una tendinite, ma in realtà essere una micro-lesione muscolare. Le terapie cambiano completamente.
Cosa fare
- Se l’infortunio non è “classico” (es. fascite plantare, sindrome della bandelletta ileotibiale), il consiglio migliore è:
- Ecografia o risonanza magnetica → per avere un referto chiaro.
- Con quel referto in mano, il fisioterapista non deve più “indovinare”: ha i dati per impostare la terapia giusta.
👉 La diagnosi accurata accorcia i tempi di recupero e riduce il rischio di trattamenti sbagliati.
Step 2: Gestione dell’infortunio (non fermarti del tutto)
Una volta capita la natura dell’infortunio, il secondo passo è gestirlo.
Molti runner pensano che un infortunio significhi stop totale, ma spesso non è così.
Esempi pratici
- Fascite plantare: durante la fase acuta ho sospeso la corsa, ma ho fatto oltre 20 ore di attività fisica alternativa (bici, palestra).
- Tendinite agli ischiocrurali: ho continuato ad allenarmi entro una soglia di dolore accettabile (2-3 su 10).
Linee guida generali
- Se l’attività peggiora il dolore, fermati.
- Se il dolore resta stabile o cala, puoi continuare con allenamenti adattati.
- Usa sport alternativi: bici, nuoto, yoga, esercizi di core stability.
👉 L’obiettivo è non perdere la forma fisica mentre lasci al corpo il tempo di guarire.
Step 3: Trattamento e prevenzione delle recidive
Il terzo step riguarda il trattamento vero e proprio, ma anche il lavoro per prevenire che l’infortunio si ripresenti.
Due domande fondamentali
- Perché ti sei infortunato?
- Troppo dislivello in poco tempo?
- Scarpe non adatte?
- Ritorno troppo rapido dopo uno stop?
- Carico eccessivo rispetto alla tua condizione?
- Come rinforzare la zona debole?
- Se il problema è un tendine, potrebbero servire esercizi mirati di rinforzo.
- Se è un muscolo, lavori specifici di stretching e forza.
L’importanza dello stretching quotidiano
Non serve un’ora di yoga al giorno: anche 5-10 minuti ogni mattina fanno la differenza.
Lo stretching costante riduce il rischio di ricadute e mantiene la muscolatura più elastica e pronta al carico.
Un esempio personale
Durante un infortunio muscolare al ginocchio, mi sono trovato davanti a diagnosi contrastanti. Solo grazie a un’ecografia ho scoperto la vera natura del problema: una micro-lesione muscolare, non tendinea.
Con una terapia mirata, sono tornato ad allenarmi molto più velocemente.
Questa esperienza mi ha insegnato che la chiarezza diagnostica è la chiave per ogni recupero.
Conclusioni
Gli infortuni nella corsa sono inevitabili, ma non devono essere visti come una fine.
Con un protocollo chiaro puoi:
- Capire esattamente il problema (diagnosi).
- Gestire il recupero senza perdere forma fisica.
- Trattare le cause e prevenire le ricadute.
👉 Ricorda: la differenza la fa il modo in cui affronti la situazione. Con la giusta mentalità e un piano preciso, puoi trasformare un infortunio in una parentesi di crescita atletica.
Guarda il video completo 🎥
Se preferisci vedere la spiegazione in formato video, con esempi concreti e il mio racconto personale, trovi tutto qui:


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